mercoledì 19 maggio 2010

Portogruaro Vs Barletta strane analogie...

Quando si dice che tutto il mondo e' paese... Chissa' forse il Veneto e' piu' vicino della Puglia di quanto non si pensi!!!!!


Ecco perche' mi sono sentito in dovere di citare questo articolo:


Strani i casi della vita, specie quanto a far rumore sono quelle cose fatte in silenzio come ad esempio certe delibere approvate tra taciti accordi e patti di non belligeranza, forse per non creare strani imbarazzi a quei onorevoli signori che sotto bandiere e slogan che inneggiano ad energie pulite. Come se non bastasse l’inceneritore della Cementeria alimentato anche con materiali plastici, e come se non bastasse l’aria fetida prodotta da chissà quale attività respirata dai barlettani per anni (mentre nelle cave dell’entroterra veniva scaricato di tutto) ecco ora che l’ombra di un nuovo mostro ecologico aleggia ai confini della città di Eraclio.


Ma andiamo per gradi, perché alla stragrande maggioranza dei barlettani è sfuggito ciò che accaduto in un anonimo giorno del  Dicembre 2009, (mentre veniva affrontata tra l’altro la celebre questione 167), quando la giunta Maffei approvava, nel completo silenzio, un provvedimento a dir poco sconcertante per il nostro territorio con il parere favorevole di tutti gli assessori presenti, e cioè la proposta presentata dalla ditta “Tre Tozzi Renewable Energy” spa di Mezzano, in provincia di Ravenna, di realizzare a Barletta una Centrale a Biomasse liquide di potenza totale pari a trentasette megawatt.

Nella suddetta Delibera emerge che la costruzione della nuova centrale verrà realizzata nella zona merceologica di via Foggia nei pressi dell’erigendo «Green Village», in prossimità di insediamenti produttivi ( e quindi in prossimità del centro abitativo), rimarcando oltre modo il carattere prevalentemente industriale del nostro Comune cancellando quello che in tutti questi anni è stato affermato e cioè la vocazione culturale e turistica di questo territorio, il tutto ignorando e bypassando la cittadinanza a cui viene imposto un modello di sviluppo obsoleto e pericoloso.


Taranto_cartina.jpgNella Delibera emerge quindi che la centrale a biomasse sarà alimentata con olii combustibili, cioè verranno bruciati quindi olii prodotti dalla lavorazione di vegetali, ma si sottolinea anche la difficoltà nell’approvvigionarsi sul territorio di tali combustibili con il rischio che in questa centrale possa essere bruciato olio di palma proveniente dall’estremo Oriente e dal Sud America dove per coltivare questa pianta vengono sistematicamente distrutte le foreste del Borneo e dell’Amazzonia.


Peccato che una scelta di questo tipo comunque prevede delle ricadute in termini ambientali e per la salute dei cittadini; infatti non tutti sanno che i rischi connessi alla combustione di olii vegetali sono tanti, visto che sono ricchi di metalli, polveri e nano particelle.


Tra l’altro queste polveri rilasciano un particolato molto fine, che si comporta di fatto come un gas rimanendo in sospensione per decine di anni e può essere inalato, finendo nei nostri polmoni e nel sangue in 60 secondi.



 Recenti scoperte affermano che queste polveri producono malattie come cancri, ictus e infarti perchè riescono a depositarsi in tutti gli organi in 60 minuti.


 Anche se si dovessero utilizzare dei filtri, questi agirebbero solo sulle polveri  filtrabili, cioè quelle che si formano dove c’è la combustione mentre quelle condensabili, che si formano subito dopo il filtro per condensazione delle sostanze organiche e sono in quantità prevalente, non vengono trattenute.

Ma quello che più sconcerta e che la notizia è trapelata per via di un comunicato congiunto del Network per i diritti globali e del Movimento Mutualista ma, non viene data da chi di dovere è quindi dall’Amministrazione comunale che in altre occasioni si è sempre mostrata efficace nel comunicare ogni provvedimento.


centrale_Biomasse_es.jpgAnche se a dirla tutta forse tal volta il silenzio può risultare essere il male minore, specie quando si ascoltano di certe  autorevoli riposte che fanno passare il concetto che quello della centrale a biomasse può essere una risposta alla sempre più crescente disoccupazione che imperversa nella nostra città. 



Certo mio caro illustre concittadino, forse il silenzio sarebbe stato cosa saggia, perché a quanto pare la costruzione della centrale biomasse tutto quello che potrà fare e togliere dalla strada al massimo dieci persone, se si pensa poi che questi dovranno essere altamente specializzate, e se le cose poi vanno come vanno di solito, allora ci scommettiamo che tali posizioni saranno occupate da amici di amici, figli e nipoti di questo e quell’altro.
Perché la domanda che qualcuno che ha deciso per noi era: inseguire uno sviluppo culturale e turistico, con la speranza, tra anni e anni, di recuperare qualche decina di posti di lavoro in più, o dare delle risposte immediate alle centinaia di famiglie disperate della città? Ma soprattutto, verrebbe da chiedersi quale tasche si andranno a colmare e chi si arricchirà in tutto questo?

Il presente articolo e' stato tratto da l'Arca di Noe'

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